sabato, novembre 06, 2004

Ulcus cruris (gambe aperte)

Un mese fa avevo una cliente con le "gambe aperte" (ulcus cruris), curate dal medico e in ospedale. Ma la ferita peggiorava. Le ho lavato la ferita con una garza imbevuta di decotto di camomilla (l'avevo in termos per berlo), ho poi messo qualche goccia di olio eterico di lavanda e coprivo tutto con pommata di zinco. Come lo faceva mia nonna. Istruivo la Signora, che se lo doveva fare giornalmente la procedura.

Si interessava della pommata, e perché avevo solo poco in giro, ne ho fatto un vasettino:
* mescolando nel mortaio 10 ml (due cucchiai da tè) di olio di Jojoba con ca. 10 gr (2 c.t.) di polvere di zinco finche era una bella pappa
* aggiungendo poi ca. 20 gr (4 c.t.) di vaselina, mescolando diventava un bell'unguento.
* alla fine aggiungevo un pò di olio eterico di Lavanda (20 gocce) come me lo aveva insegnato mia nonna levatrice.

La Signora mi chiedeva di scriverla la ricetta, che se lo poteva fare da sola. Eccola:

Rp. Ung. Zinci
Ol. Jojobae 10 (anche Nigellae, Ulivae, ...)
Zinci oxid.crudi 10
Vaselina alba 20 (anche EUTRA, altri paraffinici)
Aeth.Lavandulae gtt. XX

m.f. Ung. D.
S. spalmare sulla ferita dopo averla lavata con Decoct. Chamomillae e aver applicato qualche goccia di Aeth. Lavandulae pura.

Oggi si è presentata (dopo un mese) con la gamba che sta per guarire. Si aveva fatto la spesa degli ingredienti dal farmacista e dall'erborista (camomilla, olio di lavanda). Pagava meno della pommata finita. Era fiera del risparmio. E che una pommata alla casalinga aiutava di più di tutte le cure mediche.

Una vera adetta alla medicina popolare "fattelo da te". Ci dimentichiamo spesso, che bisogna solo farlo vedere. E che l'effetto di autogestione per persone abituate di sbrigarsi da solo delle loro facende è curativo.

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